Mentre venivo qui pensavo che amo la forza, la spontaneità, il disinteresse ed il coraggio con cui queste occasioni si presentano, si impongono sullo scenario politico, con la disinvoltura e la leggerezza di chi crede in quello che fa e noi crediamo in quello che facciamo.
Buona sera a tutte e tutti.
Serviva un luogo fisico, che per noi è la città ma che avrà qui la nostra base, affinchè i punti di vista, i contributi, le idee di uomini e donne come noi possano vivere e avere la forza di imporsi, oserei dire con prepotenza, perché è così che intendiamo rappresentare la nostra speranza di cambiamento, la nostra visione di Lecce Città Giusta. Perché è questo che dobbiamo fare: Spiegare, contaminare, divulgare, integrare la visione della nostra città.
Si è detto e scritto tanto su queste primarie che devono rappresentare sì un luogo di arricchimento e di allargamento della coalizione ma che, affinché ciò avvenga, necessitano che la nostra proposta, aperta alla città, assuma forza e vigore. Come? Attraverso la nostra opera: se vuoi andare veloce, corri da solo, se vuoi arrivare lontano, cammina con gli altri. Lo ricordate quel vecchio proverbio africano? Beh lo ripeto perché c’è chi se lo è dimenticato.
Oggi c’è chi teme questa nostra azione, ne è preoccupato, non riesce a controllare il nostro agire e inizia a far dubitare a far sollevare eccezioni, non lo hanno fatto quando avrebbero dovuto, a ben ragione e non su di noi, ma lo fanno oggi.
La prima eccezione che ci viene mossa a questo nostro stare qui oggi è: “ma come hai votato tutto…ed ora ti metti difronte al capo dell’amministrazione che hai sostenuto?
Premesso che le primarie di coalizione si tengono tra membri della stessa coalizione, in caso contrario non sarebbero primarie di coalizione. Nel merito, poi, occorre dire che non significa nulla aver votato quasi tutto: se si è portata la riflessione politica e poi si è votato, lo si è fatto in un patto di maggioranza, che ci vedeva sostenitori leali, seppure venivamo trattati come servi sciocchi.
Occorre fare un grande esercizio di democrazia. Il patto di cittadinanza sottoscritto nel 2017 e nel 2019, il patto di maggioranza che ne è venuto fuori, sono chiari.
Quindi, pur portando punti di vista differenti da quelli che ci venivano comunicati, poi occorreva responsabilità e serietà, per dare seguito all’impegno assunto con i cittadini.
Si vota e non si fanno movimenti di palazzo, che consideriamo atti di criminalità politica, sebbene oggi quasi ci si dolga di non averli ricevuti.
Abbiamo votato tutto e continueremo a farlo ed anche quando mancheranno i numeri, noi saremo sostenitori leali.
Di cosa ci rimproverano? Di essere stati seri e responsabili? Dovrebbero ringraziarci. Ma la gratitudine, lo abbiamo imparato, non è categoria della politica.
Altra eccezione è rappresentata dalla “partecipazione”: se partecipano più o meno di 5000- 7000 -2000 persone, le primarie saranno un flop… Ora a Foggia, il 40% non va a votare, il problema del disinteresse verso la politica è un tema nazionale. Quindi capisco che siamo bravi e siamo tanti ma non possono sperare che tutti i loro problemi li risolviamo noi!
Ringraziamo per la fiducia, ma se la gente non li segue, se hanno deluso troppi nostri concittadini, sarà un problema loro! Ed è un tema sul quale lanciamo allarmi da anni, ormai, ma eravamo inascoltati, in buona compagnia, ma inascoltati. Oggi spetta a noi il compito di recuperare il rapporto con la città, noi che ci facciamo carico, in maniera disinteressata, dei problemi dei cittadini, noi che vogliamo una città migliore!
Terza eccezione: siete entrambi di sinistra… e su questo ci sarebbe da scrivere un manuale… ma poi, siamo sicuri che questo sia verso? Perdonerete la battuta…
Ed ancora, cosa ne pensano i movimenti civici che ci sostengono? O forse civismo è solo il loro? Non sono anche i movimenti a noi vicini costituiti da gente che è lontana dai partiti ma che vuole partecipare attivamente alla vite della città, contribuire con il proprio operato a determinarne le sorti.
E, infine, “Patti è un estremista”, e su questo, mi permetterete di soffermarmi un pò.
È da estremista volere una città più inclusiva?
È da estremista provare a comporre l’annosa dialettica tra residenti e commercianti, tutelando i diritti degli uni e degli altri, facendoli convivere?
È da estremista pensare ad una città che sia più sicura, provando a risolvere le cause del senso di insicurezza?
È da estremista, in una citta che si ammala, dove la temperatura è cresciuta più che altrove, pensare di piantare nuovi alberi e tutelare, finché è possibile, quelli che ci sono?
È da estremista pensare che le politiche cittadine debbano essere tarate e declinate sul rapporto con i nostri comuni limitrofi o fingiamo di non sapere che molti nostri concittadini sono andati a vivere a Merine, Giorgilorio, San Cesario ecc?
È da estremista ritenere che la ciclabilità è una parte della soluzione ma non può divenire un’ossessione, tanto da fare due piste ciclabili sulla stessa strada, ad esempio?
Ci dicono che l’idea di città futura è nel PUG?
E chi l’ha vista, con chi l’hanno condivisa?
L’hanno comunicata, a spizzichi e bocconi, ma dov’è il rendiconto dell’attività di comunicazione?
Dove sono i contributi dei cittadini e che fine hanno fatto i giudizi di chi li ha accolti o rigettati e con quale autorità?
Si ha partecipazione se si trasferisce una visione, si raccolgono i contributi di coloro che hanno inteso cimentarsi e poi si restituisce il lavoro svolto.
Noi abbiamo fatto domande per circa 30 minuti in commissione urbanistica.
Cosa abbiamo chiesto, dove attraiamo gli investimenti, per esempio, o dobbiamo continuare ad abdicare l’impresa ad altri? Nella nostra città, su 22 km di costa, possibile che non si possa avere un porto? L’università deve continuare a svilupparsi senza il protagonismo degli studenti? La lecce rurale, come viene tutelata? Si possono fare le associazioni fondiarie? L’area della Zona Industriale rimane al Consorzio ASI oppure la città può disporre di quel luogo, ormai raggiunto dalle abitazioni?
Risposte? Zero.
Oggi noi siamo qui non per affrontare una persona, ma per avanzare e raccontare la nostra visione, la nostra proposta di città, rivolgendoci alla città tutta.
Ed ecco la differenza: Noi parliamo all’intera città. Per noi non esistono i leccesi buoni e i leccesi cattivi, i leccesi che ci piacciono e quelli che, siccome sono critici non ci piacciono: per noi esistono i Leccesi ed a loro intendiamo rivolgere la nostra proposta.
Care amiche e cari amici, concittadine e concittadini, ci attendono giornate faticose ma appassionanti e intense, in cui cammineremo insieme per andare verso la città che vogliamo, donandoci alla comunità e vincendo le resistenze che, sotto la cenere, ci sono state in questi anni.
E alla città diciamo che vogliamo una Lecce democratica, in cui le scelte non sono calate dall’alto;
Vogliamo una Città solidale, dove le persone vulnerabili non siano abbandonate alla loro condizione di vulenrabilità;
Vogliamo una città sostenibile, ma anche accessibile ed efficiente nella mobilità, che consente di raggiungere con facilità i luoghi del lavoro e della vita di ogni giorno;
Vogliamo una Lecce sicura, perché il tema della sicurezza non è solo della destra!
Vogliamo una Lecce produttiva, perché non si vive di solo turismo o di solo call center;
Vogliamo una città verde, in cui il verde non è un problema economico ma un investimento per il futuro!
Per fare questo, c’è bisogno di ognuno di noi, della nostra forza, del nostro fuoco, della nostra fame, della nostra voglia, della nostra testardaggine, perché se vi diranno che è impossibile, che è difficile, è solo perché non lo hanno mai fatto!
Continuiamo a camminare insieme, saremo i testimoni e gli artefici del nostro futuro sentiamoci protagonisti!