In ordine al voto contrario espresso in consiglio su un progetto privato, su un terreno privato, che pareva abbastanza invasivo per un parco regionale e sul quale si era proposta la deroga alla via ordinaria, in sostanza un’eccezione, tengo ad esplicitare quanto segue.
Premesso che, nel giorno precedente avevamo espresso a sindaco ed assessori, il nostro parere contrario in ordine all’adozione di questo provvedimento e, quindi, in totale trasparenza, abbiamo esposto le medesime motivazioni in aula, durante il dibattito, che pure avremmo voluto rinviare, in modo da non esprimere un voto negativo.
Mi duole che tutto -ma nel nostro paese è la regola- diventi tifo, e non si vada nel merito della vicenda: tutto diventi un pro Tizio o contro Caio, rifiutando di ascoltare le motivazioni, le domande che vanno nel merito della vicenda.
Il progetto prevedeva la riqualificazione di una masseria abbandonata, trasformata in affittacamere, con una piscina di 72 metri quadri, pergolati ed altro, in deroga a quanto previsto in via generale, in quanto l’ente parco si era espresso con delle prescrizioni per i proponenti, che hanno ritenuto di rigettare e di chiedere, appunto, l’applicazione della deroga anzidetta.
Il primo interrogativo posto è stato: una piscina di 72 mq, depurata a cloro, può avere un impatto sulla fauna selvatica, che vive nel parco? Non si poteva proporre una piscina con la fitodepurazione?
Il limite previsto dalla normativa in vigore per una piscina è di 40 mq per, come mai si arriva a 72 mq?
Ma poi…una piscina rettangolare, in un parco naturale, vi pare coerente, visto che si decide di rimuovere le palme che giustamente non sono una specie autoctona
Se il proponente dona due ettari di terra su cui insiste un fabbricato rurale che vuole riqualificare, il detto fabbricato rimane rurale oppure, alla luce del venir meno del terreno, diventa altro?
Visto che si tratterebbe di un arredo esterno, perché non proporre, in luogo della piscina, una vasca di abbeveraggio della fauna?
La fiducia al sindaco ed alla giunta l’abbiamo espressa con il voto sul documento unico di programmazione e con il bilancio, che abbiamo sostenuto e difeso in aula.
Nell’esprimere un voto, lo facciamo pensando che l’oggetto delle nostre scelte non è di nostra proprietà, ma lo abbiamo preso in prestito dai nostri figli, almeno per loro sarebbe finalmente ora che ci si sforzasse di entrare nel merito delle questioni, su quelle non mi stancherò mai di confrontarmi, in maniera laica, pronto a cambiare opinione, cosa che ho provato a fare anche questa volta.