Turismo balneare, costa leccese e opportunità per il territorio

Ringrazio la rivista Salento Review, che mi ha riservato l’intervista riportata di seguito: buona lettura!

 

Marine leccesi tra presente e futuro, tra opportunità e progetti da realizzare per recuperare il tempo perduto. Il punto con il consigliere comunale di Lecce, Pierpaolo Patti.

La costa leccese è abbastanza lunga per poter “ospitare” nuovi lidi attrezzati. Come vede la possibilità di dare nuove concessioni, salvaguardando quelle già esistenti?

Talmente siamo ne siamo convinti che, con il Piano delle Coste, sono state previste nuove e ulteriori concessioni, naturalmente diversificate dalle classiche previsioni, che vanno dalla spiaggia libera con servizi alle attività acquatiche, dai chioschi per la somministrazione a quelli per finalità naturalistiche e culturali aperti tutto l’anno. In seguito al dibattito pubblico, tenutosi per il Piano delle Coste, sono state salvaguardate quasi tutte le concessioni demaniali esistenti, ma senza tradire la tutela delle spiagge libere, degli elementi naturalistici e del libero accesso al mare. Oggi, ci accingiamo a concludere le controdeduzioni alle osservazioni pervenute ed a breve la discussione approderà in consiglio comunale. A valle di questo ragionamento, la conseguente produzione di nuove opportunità per tutti gli imprenditori che intendono misurarsi con le imprese balneari.

Il turismo balneare è, per il nostro territorio, uno dei punti di forza su cui insistere soprattutto adesso, dopo i mesi bui della pandemia. Come e da dove ripartire?

Lecce, al pari di altri comuni, deve essere considerato rivierasco, data la consistente porzione di costa di cui dispone. E ciò va al di là della pandemia, tanto è vero che ne abbiamo parlato anche in campagna elettorale. Le marine per troppo tempo sono state abbandonate a loro stesse e, oggi, recuperare il tempo perduto rappresenta una vera sfida, che noi stessi abbiamo lanciato e che intendiamo vincere. La pandemia, con il suo tempo sospeso, deve rappresentare un momento in cui ripartire, facendo tesoro degli errori commessi in passato e disegnare il futuro in modo più efficace e sostenibile, stando bene attenti alla previsione di nuove opportunità, che poi è uno dei compiti della Politica. Per fare ciò non si può che partire dagli strumenti di programmazione, in modo che lo sviluppo ed il futuro non producano soluzioni disordinate ed insostenibili, non possiamo essere certi che un territorio così fragile potrà permettersele.

Rilascio delle concessioni balneari. Capitolo complesso che richiede una riflessione ponderata e attenta, anche alla luce di quanto accaduto dopo le pronunce del Consiglio di Stato sul ricorso al Tar presentato dall’amministrazione di Castrignano del Capo.

Il tema delle concessioni, sebbene attinente, non va confuso con la programmazione territoriale, più sinteticamente, con il Piano delle Coste. Sul tema delle concessioni demaniali, infatti, nella colpevole confusione normativa, rappresentata dalla mancanza di un riordino della disciplina statale, in funzione delle direttive comunitaria, delle pronunce della Corte di Giustizia, della Corte Costituzionale, dell’Autorità Garante della concorrenza e della Corte dei Conti, il nostro Comune ha provato a offrire una soluzione di breve ma sufficiente periodo, incaricandosi, con atto di indirizzo, di accordare una proroga tecnica di tre anni ai concessionari: una zattera di salvataggio per gli operatori, in ossequio al quadro normativo prospettato. Occorre ribadire, poi, che il tema del rinnovo, come più volte ribadito dalla Corte Costituzionale, non è nelle mani dei comuni né delle Regioni, essendo tale prerogativa in mano allo Stato centrale e, quindi, all’Ufficio del Demanio.

Il governo Draghi ha ripristinato il Ministero al Turismo, atteso da anni e che potrebbe rivelarsi fondamentale anche per la nostra provincia, soprattutto dopo il momento drammatico vissuto da tanti operatori coinvolti in questo settore.

Il dramma vissuto dal comparto turistico è sotto gli occhi di tutti e una città come la nostra, a forte vocazione turistica, lo avverte quotidianamente sulla propria pelle.  Che sia stato reintrodotto il Ministero del Turismo è un fatto rilevante ma, come ogni cosa, poco importano le insegne, dovendosi privilegiare quel che si fa. Di sicuro il nuovo governo ha una forte impronta europeista, professione di fede che ha dovuto -o voluto- fare anche chi ha deciso di sostenerlo. Noi ci attendiamo, quindi, decisioni, iniziative e progetti che tengano saldo il nostro Paese all’Europa, facendolo uscire dal pantano delle incombenti procedure di infrazione, come preannunciato per le concessioni demaniali.

 

Fonte e articolo: salentoreview.com